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TRATTO DAL LIBRO "IL FORTE POZZARELLO" 
di GUALTIERO DELLA MONACA - ANTONIO GIORDANO - DANIELE METRANO

Il Forte Pozzarello è una tipica batteria alta trovandosi ad una quota di circa 190 mt s.l.m. L' altitudine ne aumentava la sicurezza nei confronti delle artiglierie navali dell'epoca.
La parte della fortificazione destinata al posizionamento delle artiglierie è detta ramparo in quanto comunica direttamente con un piazzale interno al forte per mezzo di una rampa parallela al ramparo stesso.
Questa zona era il teatro delle operazioni: Arrivavano i proiettili e ii materiali necessari per il caricamento dei cannoni e avvenivano gli spostamenti delle truppe per le manovre d eseguire lungo la linea di fuoco. 
Il piazzale è posto ad un livello inferiore e vi si affacciano i locali comando.

La zona antistante i pezzi di artiglieria che delimita la superficie del ramparo da quella del terrapieno, viene definita parapetto e rappresenta il ciglio di fuoco dei cannoni di grosso calibro raggiungendo i tre mt e mezzo di altezza.

Tutta la scarpa interna è in muratura di grande spessore e robustezza, per proteggere al meglio tutto ciò che sta esposto all' aperto sul ramparo.

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Con queste caratteristiche l'ordinamento viene definito a barbetta, in quanto le bocche da fuoco, sparando, facevano "la barba" al terreno antistante.

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L' armamento del Forte Pozzarello era così costituito:
- Cannoni ed obici di grosso calibro per obbligare le flotte nemiche a tenersi lontane

- Cannoni a caricamento e tiro rapido 

- Artiglierie di piccolo calibro (mitragliere e fuciliere)

I pezzi di piccolo calibro erano posti in altri due piccoli spiazzi posti uno a ovest, verso Porto Santo Stefano e l' altro orientato a Sud, verso l' ingresso della struttura e della strada militare. Queste postazioni servivano infatti in caso l' attacco fosse arrivato da terra.

i collegamenti con le altre strutture militari erano assicurati dalle due torrette rivolte a Talamonaccio una e verso il semaforo dei Ronconali l' altra.
Quest' ultima struttura era collegata anche telegraficamente come risulta dai fili di rame ritrovati nel terreno.
L' intero ote è circondato da un fossato a secco, scavato per difendere la struttura da eventuali attacchi di sorpresa; quindi l' accesso avveniva mediante un ponte levatoio in ferro dalla parte opposta al mare.
In questa zona, dove è presente il portone di ingresso al forte, la pietra di rivestimento della muratura è finemente squadrata, così da formare una superficie bugnata che incornicia porte e finestre, evidenziando il fronte principale.

Nel caso in cui il nemico fosse riuscito a conquistare il fossato questo poteva comunque essere difeso attraverso postazioni di tiro che fiancheggiavano il fossato stesso . Si trattava di un armamento parallelo che infatti veniva definito "fiancheggiamento".
Nel Forte Pozzarello gli organi di fiancheggiamento normale erano costituti da passaggi di appena 1,20 mt coperto da una volta cilindrica creati attraverso la costruzione di muri paralleli al muro di rivestimento. Questa conformazione, definita galleria di scarpa permetteva di fiancheggiare notevoli zone del fossato, attraverso una distribuzione di feritoie sul muro esterno che permettevano tiri trasversali.

Per il fiancheggiamento normale erano utilizzati anche i numerosi locali presenti al piano del fossato e disposti ortogonalmente al rivestimento esterno. Questi ambienti coperti da volte cilindriche normali al fosso, hanno una larghezza superiore ai due metri e servivano per l'alloggio delle truppe. Grazie a queste caratteristiche risultavano più resistenti ai proiettili rispetto alle gallerie di scarpa dato che se queste venivano colpite l' eventuale crollo della volta determinava il cedimento completo della scarpa o del terrapieno.

Sono inoltre presenti organi di fiancheggiamento parallelo rappresentati da strutture apposite come le caponiere e i cosiddetti cofani di controscarpa, posti negli angoli in modo da proteggere tutti e quattro i lati del fossato.

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La caponiera del Forte Pozzarello è composta da:

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- i fianchi, perpendicolari alla scarpa del fosso

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- la testa, che riunisce i fianchi nella zona anteriore

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- la gola, che ne costituisce l' accesso e si trova nella parte posteriore

Fu costruita aderente alla scarpa con il vantaggio di comunicare direttamente con l' opera. Il cofano di controscarpa è una piccola galleria ricavata nell'altro angolo del fossato in corrispondenza dei prolungamenti dei tratti di fosso da fiancheggiare.

Per raggiungere i locali di controscarpa fu costruito in sottopassaggio al fosso, in modo da avere una comunicazione diretta dalla fortificazione. Dall'opera si scendeva attraverso delle scale al sottopassaggio, per poi risalire mediante altre scale ai locali di controscarpa. Questo per evitare il passaggio allo scoperto attraverso il fossato e per non offrire un'apertura esterna per accedere agli organi di fiancheggiamento che sarebbe stato un punto debole facilmente conquistabile dal nemico.
Il Forte Pozzarello fu scavato nella roccia e gli ambienti ricavai si sviluppano essenzialmente sotto il piano di campagna, disposti su tre livelli:

- Il Livello del fossato dove sono presenti gli organi di fiancheggiamento, la polveriera e i locali delle truppe.
- Il Livello dell' ingresso con il ponte levatoio che si apre sul cortile interno, dove furono ricavati i locali di comando e i magazzini per le munizioni.

- Il livello delle batterie di artiglieria dove sono piazzate le riservette dei proiettili carichi.

Vista la maggior efficacia dei mezzi di attacco rispetto alla difesa, si rese necessario costruire questi locali per resistere ai colpi di artiglieria. Per questo furono definiti locali alla prova, suddivisibili in tre categorie:

- i ricoveri necessari per l'alloggio del presidio, guardia delle opere, comando e uffici. Questi ambienti dovevano avere almeno una parete non coperta da terra in modo da ricevere la luce e l'aria direttamente dall'esterno per essere luoghi abitabili e salubri.

- i magazzini per materiale e laboratori: Nel primo caso si trattava di ambienti adibiti a deposito del materiale del genio, generi di sussistenza e materiali sanitari, quindi tutti quelli non esplosivi; per questo non era indispensabile che venissero ben arieggiati ed illuminati. Invece i laboratori servivano per tutti quei lavori di riparazione e manutenzione e quindi richiedevano le stesse caratteristiche dei ricoveri.

- i locali per munizionamenti: Magazzini dove venivano conservate le polveri, venivano confezionati i cartocci, e caricati i proiettili. La protezione di questi locali era condizione di primaria importanza , non solo per la sicurezza contro titìri avversari ma anche per il pericolo di scoppi accidentali. Dovevano essere quindi completamente circondati da terra e necessitavano di mezzi artificiali per l'illuminazione e la ventilazione

Dove l' illuminazione naturale risultava carente o per la notte, si doveva ricorrere a illuminazione artificiale mediante lampade e lanterne.

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Non potendo usare ne candele ne liquidi volatili per motivi di sicurezza si ricorreva a lampade di sicurezza o lampade a riflettore parabolico.

Nei locali di minor conto, come le riservette, vennero sospese al soffitto o attaccate alle pareti; tuttavia anche per questi ambienti, per maggiore prudenza, venivano generalmente adottate le soluzioni che si impiegavano per i magazzini di deposito per quelli di rifornimento e per i locali di formazione cartocci e proiettili. Esse consistevano nel praticare nelle pareti dei locali delle nicchie speciali dette abitacoli delle lampade chiusi con uno sportello di legno ed una astra di vetro di spessore non inferiore ai 5 mm.

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